Carta dell’Uso del Suolo
(DGR N 953 DEL 28 MARZO 2000)
Legenda
1.SUPERFICI ARTIFICIALI Ambiente urbanizzato
1.1 Insediamento residenziale
1.1.1. Insediamento continuo.
Spazi strutturati dagli edifici e dalla viabilità. Gli edifici la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente occupano più dell'80% delle superficie totale.
La vegetazione non lineare e il suolo nudo rappresentano l'eccezione.
1.1.1.1. Tessuto residenziale continuo e denso.
La maggior parte degli edifici, oltre il 50% della superficie coperta, è costituita da strutture superiori ai 3 piani o 10 metri di altezza.
1.1.1.2 Tessuto residenziale continuo mediamente denso.
La maggior parte degli edifici (oltre il 50 % della superficie coperta) non raggiunge i 3 piani o i 10 metri di altezza.
1.1.2. Insediamento discontinuo.
Spazi caratterizzati dalla presenza significativa di edifici. Gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale coesistono con superfici coperte da vegetazione e con suolo nudo, che occupano in maniera discontinua aree non trascurabili.
Gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente coprono dal 10% all'80% della superficie totale.
1.1.2.1.Tessuto residenziale discontinuo.
Gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente coprono dal 50% all'80% della superficie totale.
1.1.2.2.Tessuto residenziale rado e nucleiforme
Superfici occupate da costruzioni residenziali distinte ma raggruppate in nuclei che formano zone insediative di tipo diffuso a carattere estensivo. Gli edifici, la viabilità e le superfici coperte artificialmente coprono meno del 50% e più del 30% della superficie totale dell'unità cartografata. Devono risultare evidenti forme di lottizzazione nell'area individuata.
1.1.2.3.Tessuto residenziale sparso
Superfici occupate da costruzioni residenziali isolate che formano zone insediative disperse negli spazi seminaturali o agricoli. Gli edifici, la viabilità e le superfici coperte artificiamente coprono meno del 30% e più del 10% della superficie totale dell’unità cartografata.
1.2. Insediamento produttivo, dei servizi generali pubblici e privati, delle reti e delle aree infrastrutturali.
1.2.1. Insediamento industriale, commerciale e dei grandi impianti di servizi pubblici e privati.
Aree a copertura artificiale (in cemento asfaltate o stabilizzate: per esempio terra battuta) senza vegetazione che occupano la maggior parte del terreno (più del 50% della superficie).
La zona comprende anche edifici e/o aree con vegetazione. Insieme di aree superiori a 1 ettaro con gli spazi associati (muri di cinta, parcheggi, depositi ecc.).
1.2.1.1. Insediamento industriale o artigianale con spazi annessi.
1.2.1.2 Insediamento commerciale.
Comprende le aree adibite ai servizi commerciali all'ingrosso o al dettaglio, inclusi gli spazi annessi. Non sono compresi i grandi magazzini integrati in edifici di abitazione. Vanno comprese le aree adibite a servizi alberghieri e di ristoro.
1.2.1.3. Insediamento dei grandi impianti di servizi pubblici e privati.
Comprende strutture scolastiche dei vari ordini e gradi, tribunali, uffici, prigioni, luoghi di culto etc...che da soli o in associazione occupino più di 1 ha di superficie. Devono risultare inclusi gli spazi annessi
(parcheggi, viabilità, verde di arredo).
1.2.1.4. Insediamenti ospedalieri
Comprende strutture che da sole o in associazione occupino più di 1 ha di superficie. Devono risultare inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo).
1.2.1.5. Insediamenti degli impianti tecnologici
Comprende gli impianti di smaltimento rifiuti (escluse le discariche 1.3.2.1) ed inceneritori, depurazione delle acque etc... e che da soli o in associazione occupino più di 0,5 ha di superficie. Devono risultare inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo).
1.2.2. Reti ed aree infrastrutturali stradali e ferroviarie e spazi accessori, aree per grandi impianti di smistamento merci, reti ed aree per la distribuzione idrica e la produzione e il trasporto dell’energia
1.2.2.1. Reti stradali e spazi accessori (svincoli, stazioni di servizio, aree di parcheggio ecc).
Larghezza minima da considerare: 20 m.
1.2.2.2. Reti ferroviarie comprese le superfici annesse (stazioni, smistamenti, depositi, terrapieni ecc.); reti ferroviarie più larghe di 20 m. anche all’interno dell’insediamento urbano.
1.2.2.3. Grandi impianti di concentramento e smistamento merci (interporti e simili).
1.2.2.4. Aree per impianti delle telecomunicazioni.
Insediamento di antenne, ripetitori, ponti radio, trasmettitori concentrati in numero superiore a due e con spazi di servizio annessi. Superficie minima da considerare 0,5 ha.
1.2.2.5. Reti ed aree per la distribuzione, la produzione e il trasporto dell’energia (elettrodotti, metanodotti etc) comprese le centrali, raffinerie, sottostazioni di distribuzione e depositi di carburante.
Larghezza minima da considerare per le reti : m. 20
1.2.2.6. Reti ed aree per la distribuzione idrica compresi gli impianti di captazione, serbatoi e stazioni di pompaggio.
Larghezza minima da considerare per le reti : m. 20
1.2.3 Aree portuali
Infrastrutture delle zone portuali compresi i raccordi ferroviari, i cantieri navali, porti da diporto e i porti-canali. Se i moli e le dighe foranee hanno meno di 20 m di larghezza la superficie dei bacini (d'acqua dolce o salata) delimitata dagli stessi è da comprendere nella superficie minima di 1 ettaro.
1.2.4. Aree aeroportuali ed eliporti
Infrastrutture degli aeroporti di eliporti, piste, edifici e superfici associate.
Sono da considerare solo le superfici che sono interessate dall'attività aeroportuale (anche se alcune parti di queste sono utilizzate occasionalmente per agricoltura-foraggio). Superfici di norma delimitate da recinzioni o strade. Sono compresi i piccoli aeroporti da turismo e gli eliporti, purché dotati di strutture stabili di servizio.
1.3 Aree estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati.
1.3.1. Aree estrattive.
Estrazione di materiali inerti a cielo aperto, anche in alveo (cave di sabbia, ghiaia e di pietra) o di altri materiali (miniere a cielo aperto). Sono qui compresi gli edifici e le installazioni industriali associate oltre a superfici pertinenti a cave o miniere abbandonate e non recuperate.
1.3.2. Discariche e depositi di rottami.
1.3.2.1 Discariche e depositi di cave, miniere, industrie e collettività pubbliche di superficie maggiore di 0,5 ha. Per i depositi sono compresi gli edifici e le installazioni industriali associate ed altre superfici di pertinenza.
1.3.2.2 Depositi di rottami a cielo aperto, cimiteri di autoveicoli.
1.3.3. Cantieri.
Spazi in costruzione, scavi e suoli rimaneggiati.
1.3.3.1. Cantieri e spazi in costruzione e scavi Sono qui comprese le aree di norma circoscritte dalle recinzioni
1.3.3.2. Suoli rimaneggiati e artefatti
Aree per lo più nude e/o improduttive di origine antropica, soggette ad attività temporanee e improprie (ad esempio attività sportive o di ricreazione occasionali e non organizzate) diverse da quelle individuate al punto 1.4.2) o in abbandono, in attesa di destinazione diversa e stabile
1.4. Aree verdi urbanizzate
1.4.1. Aree verdi urbane
Spazi ricoperti da vegetazione compresi nel tessuto urbano Ne fanno parte parchi urbani di varia natura (ville comunali, giardini pubblici e privati, compresi gli edifici e i manufatti interni al perimetro).
1.4.2. Aree ricreative e sportive.
Aree utilizzate per campeggi, attività sportive, parchi di divertimento ecc. con gli impianti e le strutture di servizio annesse. .N.B. Sono escluse le piste da sci da classificare di norma come 2.3.1. e 3.2.1.
1.4.2.1. Campeggi, strutture turistiche ricettive a bungalows o simili.
1.4.2.2. Aree sportive (Calcio, atletica, tennis, ippodromi, golf ecc.).
1.4.2.3. Parchi di divertimento (Aquapark, Zoosafari e simili).
1.4.2.4. Aree archeologiche, limitatamente a quelle aperte al pubblico o individuate in elenchi appositamente forniti dall’Amministrazione competente.
1.4.3. Cimiteri.
2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE. Ambiente coltivato.
Comprendono gli edifici sparsi e i relativi annessi, quando non classificabili nella 1.1.2.3. perché di estensione inferiore all’unità cartografabile.
2.1. Seminativi.
Superfici coltivate regolarmente arate e generalmente sottoposte ad un sistema di rotazione.
(Cereali, leguminose in pieno campo, colture foraggere, prati temporanei, coltivazioni industriali erbacee, radici commestibili e maggesi).
2.1.1. Seminativi in aree non irrigue.
Sono da considerare perimetri non irrigui quelli dove non siano individuabili per fotointerpretazione canali o strutture di pompaggio. Vi sono inclusi i seminativi semplici, compresi gli impianti per la produzione di piante medicinali, aromatiche e culinarie e le colture foraggere (prati artificiali), ma non i prati stabili
2.1.1.1. Seminativi semplici in aree non irrigue.
2.1.1.2. Vivai in aree non irrigue.
2.1.1.3. Colture orticole in pieno campo, in serra e sotto plastica in aree non irrigue.
2.1.2. Seminativi in aree irrigue.
Colture irrigate stabilmente e periodicamente grazie a un'infrastruttura permanente (Canale d'irrigazione, rete di drenaggio, impianto di prelievo e pompaggio di acque). La maggior parte di queste colture non potrebbe realizzarsi senza l'apporto artificiale di acqua.
Non vi sono comprese le superfici irrigate sporadicamente.
2.1.2.1. Seminativi semplici in aree irrigue.
2.1.2.2. Vivai in aree irrigue.
2.1.2.3. Colture orticole in pieno campo, in serra e sotto plastica in aree irrigue.
2.2. Colture permanenti.
Colture non soggette a rotazione che forniscono più raccolti e che occupano il terreno per un lungo periodo prima dello scasso e della ripiantatura: si tratta per lo più di colture legnose.
Sono esclusi i prati, i pascoli e le foreste.
2.2.1. Vigneti.
Superfici piantate a vite.
2.2.2. Frutteti e frutti minori.
Impianti di alberi o arbusti fruttiferi. Colture pure o miste di specie produttrici di frutta o alberi da frutto in associazione con superfici stabilmente erbate.
I frutteti con presenza di diverse associazione di alberi sono da includere in questa classe. Sono compresi i noccioleti da frutto.
2.2.3 Oliveti.
Superfici piantate a olivo, comprese particelle a coltura mista di olivo e vite, con prevalenza dell’olivo.
2.2.4. Altre colture permanenti.
2.2.4.1. Arboricoltura da legno.
Superfici piantate con alberi di specie forestali a rapido accrescimento per la produzione di legno o destinate a produzioni diverse, ma soggette a operazioni colturali di tipo agricolo.
2.2.4.1.1. Pioppeti, saliceti, altre latifoglie .
2.2.4.1.2. Conifere a rapido accrescimento.
2.2.4.2. Castagneti da frutto
ai sensi della L.R. 24/98 è considerato “bosco” a tutti gli effetti.
2.2.4.3. Altre colture (ad esempio Eucalipti da frasca ornamentale).
2.3. Prati stabili (Foraggere permanenti)
2.3.1. Superfici a copertura erbacea densa a composizione floristica rappresentata principalmente da graminacee non soggette a rotazione.
Sono per lo più pascolate, ma il foraggio può essere raccolto meccanicamente. Ne fanno parte i prati permanenti e le marcite. Sono comprese inoltre aree con siepi.
Le colture foraggere (prati artificiali inclusi in brevi rotazioni) sono da classificare come seminativi
(2.1.1.)
2.4. Zone agricole eterogenee.
Aree con presenza di almeno tre differenti classi d’uso
2.4.1.Colture temporanee associate a colture permanenti.
Colture temporanee (seminativo o foraggere) in associazione con colture permanenti sulla stessa superficie.
Vi sono comprese aree miste, ma non associate, di colture temporanee e permanenti quando queste ultime coprono meno del 25% della superficie totale.
2.4.2. Sistemi colturali e particellari complessi.
Mosaico di appezzamenti singolarmente non cartografabili con varie colture temporanee, prati stabili e colture permanenti occupanti ciascuno meno del 50% della superficie dell'elemento cartografato.
2.4.3. Aree prevalentemente occupate da coltura agrarie con presenza di spazi naturali importanti.
Le colture agrarie occupano più del 25% e meno del 75% della superficie totale dell'elemento cartografato.
2.4.4.Aree agroforestali.
Colture temporanee o pascoli sotto copertura arborea di specie forestali inferiore al 10%
3. SUPERFICI BOSCATE ED ALTRI AMBIENTI SEMINATURALI.
3.1. Aree boscate.
Aree con copertura arborea costituita da specie forestali a densità superiore al 10%.
3.1.1. Boschi di latifoglie.
Formazioni vegetali, costituite principalmente da alberi, ma anche da cespugli e arbusti, nelle quali dominano le specie forestali latifoglie. La superficie a latifoglie deve costituire almeno il 75% della componente arborea forestale, altrimenti è da classificare bosco misto di conifere e latifoglie (3.1.3). Sono compresi in tale classe anche le formazioni boschive ripariali
3.1.2. Boschi di conifere.
Formazioni vegetali costituite principalmente da alberi, ma anche da cespugli ed arbusti, nelle quali dominano le specie forestali conifere. La superficie a conifere deve costituire almeno il 75% della componente arborea forestale, altrimenti è da classificare bosco misto di conifere e latifoglie (3.1.3).
3.1.3. Boschi misti di conifere e latifoglie.
Formazioni vegetali, costituite principalmente da alberi, ma anche da cespugli ed arbusti, dove né le latifoglie, né le conifere superano il 75% della componente arborea forestale.
3.2. Ambienti caratterizzati da copertura vegetale prevalentemente arbustiva e/o erbacea in evoluzione naturale.
3.2.1. Aree a pascolo naturale e praterie di alta quota.
Aree foraggere a bassa produttività. Sono spesso situate in zone accidentate e/o montane. Sulle aree interessate dalla classe non sono di norma presenti limiti di particelle (siepi, muri, recinti), intesi a circoscriverne e localizzarne l'uso.
3.2.2. Cespuglieti e arbusteti.
Formazioni vegetali basse e chiuse, stabili, composte principalmente di cespugli, arbusti e piante erbacee (eriche, rovi, ginestre ecc.).
3.2.3. Aree a vegetazione sclerofilla.
Ne fanno parte la macchia mediterranea e le garighe.
Macchia mediterrranea: associazioni vegetali dense composte da numerose specie arbustive, ma anche arboree in prevalenza a foglia persistente, in ambiente mediterraneo.
Garighe: associazioni cespugliose basse e discontinue su substrato calcareo o siliceo. Sono spesso composte da corbezzolo, lavanda, cisti, timo ecc.
Possono essere presenti rari alberi isolati.
3.2.4. Aree a vegetazione arborea e arbustiva in evoluzione.
Vegetazione arbustiva o erbacea con alberi sparsi.
Formazioni che possono derivare dalla degradazione della foresta o da rinnovazione della stessa per ricolonizzazione di aree non forestali o in adiacenza ad aree forestali. Si distinguono da 3.2.2. per le situazioni particolari di localizzazione (ad es. ex terreni agricoli con confini particellari o terrazzamenti) o in relazione a parametri temporali-culturali-ambientali particolari (ad esempio aree bruciate o soggette a danni di varia natura e origine)
3.2.4.1 Aree a ricolonizzazione naturale.
3.2.4.2. Aree a ricolonizzazione artificiale (rimboschimenti nella fase di novelleto).
3.3. Zone aperte con vegetazione rada o assente.
3.3.1. Spiagge, dune e sabbie.
Le spiagge, le dune e le distese di sabbia e di ciottoli di ambienti litorali e continentali, compresi i letti sassosi dei corsi d'acqua a regime torrentizio.
3.3.2. Rocce nude, falesie, affioramenti.
3.3.3. Aree con vegetazione rada.
Comprende le steppe xerofile, le steppe alofile e le aree calanchive con parziale copertura vegetale.
3.3.4. Aree interessate da incendi o da altri eventi dannosi.
Superfici boscate o semi-naturali interessate da incendi recenti (non anteriori a 2 anni) o da altri eventi. I materiali carbonizzati sono ancora presenti e riconoscibili all’interpretazione.
3.3.4.1. Boschi percorsi da incendi.
3.3.4.2. Altre aree della classe 3 percorse da incendi.
3.3.4.3. Aree degradate per altri eventi.
3.3.5. Ghiacciai e nevi perenni (Corine LC).
4. AMBIENTE UMIDO.
4.1. Zone umide interne.
Zone non boscate, parzialmente, temporaneamente o permanentemente saturate da acqua.
Terre basse generalmente inondate in inverno e più o meno saltuariamente intrise d'acqua durante tutte le stagioni.
4.1.2. Torbiere (CORINE LC).
Terreni spugnosi umidi nei quali il suolo è costituito principalmente da briofite (sfagni) e materiali vegetali decomposti. Torbiere utilizzate o meno.
4.2. Zone umide marittime.
Zone non boscate, saturate parzialmente, temporaneamente o in permanenza da acqua salmastra o salata.
4.2.1. Paludi salmastre.
Terre basse con vegetazione, situate al di sotto del livello di alta marea, suscettibili pertanto di inondazione da parte delle acque del mare. Spesso in via di riempimento, colonizzate a poco a poco da piante alofile.
4.2.2.Saline.
Saline attive o in via di abbandono.
4.2.3. Zone intertidali marine (CORINE LC)
Superfici limose, sabbiose o rocciose generalmente prive di vegetazione comprese fra il livello delle alte e basse maree.
5. AMBIENTE DELLE ACQUE
5.1. Acque continentali.
5.1.1. Corsi d'acqua, canali e idrovie.
Corsi d'acqua naturali o artificiali che servono per il deflusso delle acque; larghezza minima da considerare 25 m.
5.1.1.1. Fiumi, torrenti e fossi.
5.1.1.2. Canali e idrovie.
5.1.2. Bacini d'acqua.
Superfici naturali o artificiali coperte da acque, destinate o meno all'uso agricolo e/o ittico.
5.1.2.1. Bacini senza manifeste utilizzazioni produttive.
5.1.2.2. Bacini con prevalente utilizzazione per scopi irrigui
5.1.2.3. Bacini con prevalente altra destinazione produttiva, esclusa la 5.1.2.4. (bacini idroelettrici, bacini di potabilizzazione).
5.1.2.4. Acquacolture.
5.2.1.Lagune, laghi e stagni costieri
Aree coperte da acque salate o salmastre, separate dal mare da barre di terra o altri elementi topografici simili.
Queste superfici idriche possono essere messe in comunicazione con il mare in certi punti particolari, permanentemente o periodicamente.
5.2.2. Estuari.
Parte terminale dei fiumi, alla foce, che subisce l'influenza delle acque marine.
5.2.3 Aree al di là del limite delle maree più basse. (CORINE LC)